In occasione del convegno sul trentennale del terremoto che colpì Campania, Basilicata e Puglia il Comando di Napoli ha visto la presenza del Capo del Corpo nazionale, Ing. Alfio PINI che, memore dei trascorsi da Comandante del capoluogo partenopeo, ha voluto incontrare le OO.SS. locali per un breve saluto.
L’occasione è stata colta come un momento importante per conoscere lo stato di salute dell’intero contesto nazionale e per delineare le problematiche ataviche, soprattutto legate agli organici, vissute dal Comando.
Le puntuali risposte del Capo hanno illustrato un quadro che da un lato deve inorgoglirci in quanto il Corpo ha dimostrato, al di la di qualsiasi difficoltà, di essere al servizio del Paese e di svolgere in maniera ottimale quanto richiesto dai cittadini in momenti contingenti e dall’altro un momento di stasi politico/economico che il Sindacato ben conosce che determina situazioni di malessere anche tra il lavoratori.
Le parole dell’alto Dirigente sono state avvertite come un monito a cui si ha il dovere di rispondere; nel momento in cui il nostro Capo, colui che è la massima espressione “tecnica” del Corpo nazionale, si dice fiero del proprio ruolo e del proprio mandato ed allerta le coscienze di ogni collaboratore e del Sindacato a non lasciarsi andare a sterili piagnistei in una fase delicatissima per il Paese e per le istituzioni, che tale momento deve portare ad un impegno ancora maggiore proprio per combattere la tentazione di mollare quando molti sono coloro che tentano di incunearsi in un ambito che ha ancora molti spazi significa che ognuno, in primis i Sindacati, devono farsi carico delle mille difficoltà e trovare la via per legittimare in modo assoluto il Corpo nazionale dei Vigili del fuoco.
Si devono ravvivare le proposte anche passando per teorie come quella condivisa a Cortina e di cui non si è sentito più parlare; ……… chissà perché?
Il Capo cerca di fare e fa il proprio lavoro. Noi, il Sindacato, dobbiamo fare, fino in fondo, il nostro, non fermarci e proporre alternative serie e credibili al facile populismo sindacale che attrae, purtroppo, tanti colleghi attirati non dalle nobili sirene di un nostro veicolo ma da quelle false e suadenti del demagogo di turno.
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