E' VERGOGNOSO CHE I LAVORATORI MANDATI IN QUESTI GIORNO A MANDURIA IN PROVINCIA DI TARANTO PER L'EMERGENZA PROFUGHI DOPO GIORNI NON HANNO NULLA CHE LI POSSA FAR SENTIRE VIGILE DEL FUOCO; INDIGNATI, DISGUSTATI DAL DOVER FARE A LOTTA CON IL COLLEGA PER DIVIDERSI UN ALBERO D'ULIVO PER URINARE ED USARE LE ROVINE DI UN FABBRICATO PER DEFECARE, COSTRETTI TRA L'ALTRO, AD EVITARE I BISOGNI DEI COLLEGHI PER NON SCHIACCIARLI PER POI PORTARLI NEI POLILOGISTICI. MA MI CHIEDO, QUANTI ANNI HANNO I POLILOGISTIGI? IO HO 22 ANNI DI SERVIZIO E GIA' C'ERANO. SAREMO PAGATI VISTA LA LEGGE 122/2010?
A tutt'oggi i vigili del fuoco impegnati a Manduria non hanno servizi igienici, sono costretti a lavarsi solo la faccia al mattino dopo le notti a montare tende con acqua delle autobotti non parlando del ristoro trattati come profughi dai ristoratori del posto con un misero pasto pur credendo che prenderanno bei soldini dal ministero. Organizzazione zero +zero .
Ma i colleghi che torneranno alle proprie famiglie dopo aver espletato il lavoro a contatto con la popolazione migrante si pongono pure il problema di eventuali contagi visto che non si conoscono le condizioni cliniche di quei poveracci. Anche in tal caso nessuna cautela preventiva o successiva.
Tutto ciò per espletare un servizio che non rientra nelle attività di soccorso tecnico urgente e che poteva benissimo essere fatto rientrare nelle attività di protezione civile, considerato che in questi anni le regioni, per attrezzarsi, hanno speso fior di milioni.
A questo punto le domande che ci poniamo sono tante ed una spicca tra tutte: ma la protezione civile in questo Paese sono solo i VIGILI DEL FUOCO?
Allo stato attuale l’unica emergenza vera sono i lavoratori dei Vigili del Fuoco che sono dislocati da giorni in quel sito, senza sapere quali siano le fasi di emergenza attivate, senza il minimo confort sul piano logistico e sul piano igienico sanitario, in riferimento alle necessità fisiologiche e alla cura della persona.
Ma soprattutto va rammentato che questi uomini sono partiti con gli stessi automezzi, vetusti, con cui si è fronteggiato il terremoto dell’Aquila e che non sono stati mai rinnovati
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