sabato 5 novembre 2011

NAZIONALE

Coordinamento Nazionale 
Roma, 28 ottobre 2011 
Prot. n. 268/11 
Al Presidente del Consiglio dei Ministri 
On. Silvio Berlusconi 
Al Ministro dell’Interno 
On. Roberto Maroni 
Al Ministro per la Pubblica Amministrazione ed Innovazione 
On. Renato Brunetta 
A Tutti i Gruppi Parlamentari di Camera e Senato 
Al Sottosegretario di Stato all’Interno  
Sen. Guido Viceconte 
Al Capo Dipartimento VVFSPDC 
Pref. Francesco Paolo Tronca 
Al Capo del Corpo Nazionale VVF 
Ing. Alfio Pini 
Egregi, 
il Corpo Nazionale Vigili del Fuoco, nel suo decorso storico degli ultimi anni,  ha subito un  costante processo di emarginazione dalla logica degli investimenti, in termini sia di risorse finanziarie che umane.  La disponibilità di tali risorse è stata scarsa ed instabile determinando un condizionamento delle logiche funzionali che, senza una decisa e concreta inversione di tendenza, andrà, in breve tempo, a paralizzare l’attività istituzionale del Corpo Nazionale, con la conseguente impossibilità di far fronte con ogni mezzo alla tutela della pubblica e privata incolumità. 
Il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco è stato così spinto a misurarsi con dinamiche che non gli appartengono, assolutamente incompatibili, che lo hanno messo a confronto con l’indifferenza politico-istituzionale che,  con una disarmante semplificazione della realtà, trova giustificazione con la scusa delle risorse insufficienti.  
La UIL PA VV.F. è consapevole del particolare momento storico ma, al contempo, chiede se il problema sia davvero quello delle risorse insufficienti o in realtà si tratti di come queste risorse vengono impiegate e di quelli che sono davvero gli obiettivi per i quali queste risorse vengono impiegate.  
Analoghe dinamiche, mosse dall’interno, ci impongono un’attenta riflessione su  quale sia l’obiettivo reale delle nostra classe dirigente, ovvero se la matrice funzionale sia riconducibile  a finalità di salvaguardia della funzionalità del Corpo Nazionale o, al contrario, ad atteggiamenti di totale accondiscendenza verso una superiore volontà politica.                   
Riteniamo a tal riguardo che l’Amministrazione abbia esaurito qualsiasi  capacità  di  mediazione tra gli interessi del Corpo Nazionale e quelli della politica, circostanza dalla quale emerge dirompente l’incapacità di interrelazione non solo effettiva, ma anche dialettica, con le organizzazioni sindacali, scivolando nell’assoluta incapacità di operare una selezione degli interessi, che sia funzionale al Corpo Nazionale  e che consenta di affrontare le impellenti necessità che, al contrario, non vengono nemmeno lontanamente programmate, divenendo correa dello stato di abbandono in cui riversa il Corpo Nazionale Vigili del Fuoco. 
Ed è proprio a proposito di incapacità di programmare le impellenti necessità e di progressiva ed inesorabile emarginazione che occorre porre l’attenzione sul mancato avvio della previdenza complementare a seguito della cosiddetta riforma Dini che segnò il passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo privando i Vigili del Fuoco di tutti gli strumenti necessari atti ad assicurare i livelli minimi di copertura previdenziale, già fortemente compromessi dalla revisione triennale dei coefficienti di trasformazione in rendita, che incidono sul calcolo della pensione, disattendendo così una tappa fondamentale del citato percorso di riforma, rappresentato appunto dalla previdenza complementare.  
Istituzioni ed amministrazione non sono state, a tutt’oggi, in grado di fornirci informazioni circa lo status evolutivo di una tanto delicata questione, cosa che ci convince della  mancata programmazione di qualsiasi intervento; nonostante questa condizione di assoluta deficienza di idonei strumenti di garanzia previdenziale, si è perseverato nella più assoluta indifferenza dal punto di vista della soluzione anche programmatica delle reali necessità, ma rendendo al contempo degno di particolare attenzione il personale Vigili del Fuoco nel momento in cui vengono decisi tagli e meccanismi di blocco delle retribuzioni. 
Scarsità delle risorse, instabilità programmatica e continui tagli, hanno inciso negativamente sul futuro dell’Opera Nazionale, già a partire dai provvedimenti disposti dal DLgs 139/2006 che hanno disposto la mancata erogazione delle sovvenzioni annuali del Ministero dell’Interno. 
La finanziaria 2008 ha invece determinato una  drastica riduzione della quota destinata all’Opera, proveniente dai servizi a pagamento, introducendo il divieto di assegnazione delle entrate all’Opera Nazionale, istituendo appositi fondi da ripartire con decreto ministeriale, così mentre in passato le somme venivano versate direttamente alla fondazione, adesso transitano presso un fondo del Ministero dell’Interno per essere successivamente riassegnato con decreto ministeriale,  meccanismo che ha determinato una ulteriore decurtazione, in quanto nel fondo insistono altri organismi di protezione sociale appartenenti al Ministero dell’Interno, circostanza che non consente di ottenere reali garanzie di riassegnazione. 
Quanto sopra ha determinato una riduzione della copertura assicurativa per tutto il personale, una riduzione dell’ammontare dei contributi periodici erogati alle famiglie dei Vigili del Fuoco con gravi problemi sanitari, drastica riduzione dei contributi straordinari sanitari, azzeramento degli interventi assistenziali socio familiari. La necessaria proposta emendativa al fine di arginare gli effetti negativi di questo status degenerativo, non è mai giunta al Governo, al contrario invece di quanto accaduto con la legge di stabilità per il 2012, nella quale si sta maldestramente tentando di porre rimedio ad un reiterato abuso dell’impiego della componente volontaria, tentando di far scomparire mediante l’articolo 4 comma 11 della legge in oggetto, il carattere di particolarità del richiamo, rendendo così possibile l’impiego del personale volontario anche in condizioni di 
ordinarietà; tentando di apportare modifiche all’articolo 10 del Decreto Legislativo 368/2001 che disciplina i contratti a tempo determinato, mediante il comma 12 del citato articolo 4; attraverso la riduzione del numero dei richiami del personale volontario, senza aver propedeuticamente colmato la pregressa carenza di organico. Certamente se tanta solerzia fosse stata impiegata nella risoluzione delle problematiche reali del Corpo Nazionale Vigili del Fuoco, sicuramente non saremmo giunti alla quasi totale paralisi delle attività istituzionali. 
Analoghe considerazioni sono valide per le progressioni verticali, nel cui contesto, l’elefantiaca inefficienza della nostra amministrazione ha praticamente congelato le aspettative di progressione verticale del personale Vigilfuoco, già statisticamente penalizzato, riscontrando una percentuale negativa nelle progressioni rispetto agli  altri Corpi dello Stato.  A riguardo, il solo blocco del concorso straordinario a 334 Ispettori antincendio previsto dall’art. 153, comma 2, del decreto legislativo 217/2005, se analizzato con i riflessi ai mancati conseguenti passaggi di qualifica a Capo squadra e Capo reparto, ha prodotto un risparmio all’Amministrazione, su fondi già stanziati, di circa 7 milioni di euro.  Se sommiamo queste risorse a quelle risparmiate per effetto dei notevoli ritardi accumulati sulle ordinarie procedure concorsuali a Capo Squadra e Capo Reparto la cifra risulta sensibilmente più elevata.   Chiediamo allora se con tali risorse non poteva effettivamente operarsi qualche modifica ordinamentale tra quelle già concordate tra OO.SS. e Amministrazione nei precedenti e numerosi tavoli di confronto, quale, ad esempio quella relativa all’art. 16 del D.Lgs 217/2005 che prevedeva, proprio in virtù del ruolo unico, un passaggio a ruolo aperto, invece che a concorso, dalla qualifica di Capo squadra esperto alla qualifica di Capo reparto. Tale modifica era resa possibile anche dal risparmio economico conseguente all’abolizione delle procedure concorsuali. Pertanto 
attendiamo dall’Amministrazione segnali importanti, supportati poi dal Governo, relativamente a tali richieste smentendo così, quanto ormai è opinione diffusa tra i Vigili del Fuoco, e cioè che l’Amministrazione ami i Vigili del fuoco solo perché permette ai vertici di fare bella figura con poca spesa.  
Coordinatore Generale
Alessandro Lupo

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