In verità nei giorni scorsi qualcosa di importante è avvenuto, precisamente l’8 febbraio i vertici del Corpo, Tronca, Pini ed il Sottosegretario Nitto Palma, sono stati ascoltati dalla Commissione affari costituzionali della Camera dei Deputati sulla situazione del Corpo nazionale.
Hanno ribadito le solite e vecchie storie, peraltro reali, sull’importanza dell’istituzione deputata al soccorso e sui meriti che essa ha per il Paese; poi sono passati ad elencare le richieste di maggiore attenzione alle necessità di risorse adeguate per il personale e per il funzionamento della struttura.
Il Palma, riferimento politico, ha, interrogato in merito, affermato che la questione del Capo dipartimento in seno ai Dirigenti del Corpo nazionale non si pone visto che anche le OO.SS. non pongono problemi in tema; sarà, non è stato smentito, ma tutti sapevamo che il Sindacato confederale aveva preso netta posizione durante la manifestazione di Cortina. Hanno (abbiamo), cambiato idea nel frattempo?
La realtà è tutt’altra cosa; i Comandi funzionano a singhiozzo ed ogni Dirigente si muove come meglio crede interpretando a proprio modo le norme in vigore creando malumore che si aggiunge al già gravoso stato di disaffezione serpeggiante, legittimamente, tra il personale operativo ed amministrativo.
Lo stato di agitazione proclamato giorni fa deve ancora avere il suo momento topico nella procedura di raffreddamento; sarebbe bene fare il punto della situazione con marcata oggettività e pensare di modificare qualcosa; ad esempio, visto che non si riesce a standardizzare i Comandi perché non chiedere a chi opera sul territorio eventuali soluzioni ai più disparati temi in materia di organizzazione del servizio?
Ed ancora, le modifiche all’ordinamento aspettano da anni, non possiamo continuare a sostenere quanto concordato, andava bene se avessero accolto e concretizzato le richieste immediatamente. Ora sono superate e non possiamo accontentarci, serve un vero riordino delle carriere, la UIL VVF, dal primo momento contraria all’ordinamento attuale (da non confondere con il comparto pubblicistico), dovrebbe ritornare sulle proposte del 2006 che non sono mai state abbandonate ed hanno ancora un loro pragmatico e positivo riscontro tra i lavoratori.
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